mercoledì 14 agosto 2019

Mimmo Paladino

Mimmo Paladino e la regola di Piero
La mostra La regola di Piero è uno speciale omaggio che Mimmo Paladino (Paduli, 1948), protagonista della Transavanguardia, ha voluto fare a Piero della Francesca (!416/17-1492) tra i suoi più amati maestri della grande tradizione artistica italiana. Ė un’ampia esposizione, curata da Luigi De Corato e promossa dall’associazione Guido d’Arezzo, che presenta oltre cinquanta opere (dipinti, sculture, installazioni e ambienti-video) messe in scena in sei differenti sezioni dislocate in tutta la città d’Arezzo.
L’idea della mostra si è sviluppata a partire da un grande dipinto del 1983, “Suonno”, in cui l’artista campano rievoca a suo modo il fascino onirico del “Sonno di Costantino”, l’episodio più famoso del ciclo di affreschi della Vera Croce dipinto da Piero sulle pareti della chiesa aretina di San Francesco. In questo quadro, dal titolo ironicamente napoletano, vediamo sotto la tenda, al posto dell’imperatore dormiente, un pittore con una tavolozza in mano, <<Piero della Francesca l’ho studiato a scuola come tutti>>, ha dichiarato Paladino, <<poi l’ho incontrato quando ho cominciato a fare cose serie. Un artista senza tempo e senza confini che unisce ragione, arte e geometria. Per me è una fonte inesauribile di scoperte. La sua capacità di creare forme dalla luce, spazio dalla matematica, colore dal grigio, la sua iconicità quasi araldica sono un costante punto di riferimento, quasi una regola, per questo ho deciso di raccontarlo ad Arezzo>>.
Il rapporto con Piero non è di tipo stilistico, ma è basato su suggestioni legate a riferimenti fondamentali: dai valori umanistici rinascimentali alla dimensione razionale e poetica, dalla purezza plastica delle figure alla nitida sospesa tensione visiva dei temi dipinti. I due nuclei centrali della mostra sono stati allestiti nelle sale della Galleria d’Arte contemporanea e nella Fortezza medicea. Nel museo viene proposta una selezione trentaquattro dipinti. Tra questi, oltre all’opera citata del 1983, troviamo due esempi del ciclo “Il principio della prospettiva”, del 1999, e la serie “Santi”, formata da diciotto tele realizzate nel 2016-2018. La Fortezza medicea accoglie un importante gruppo di opere monumentali, come il nucleo di sei sculture intitolate “Architettura” (2000-2002); vari lavori plastici-pittorici; una recente installazione in bronzo con dell’acqua e un video; e i giganteschi “Specchi ustori”. Questi ultimi sono cinque dischi di cinque metri di diametro, in ottone lucido riflettente, decorati con figure serigrafate e dipinte
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Tre sono le altre principali tappe del percorso. Nella chiesa sconsacrata di Sant’Ignazio viene riproposta, con inedite rielaborazioni, la straordinaria installazione “Dormienti”, che Paladino aveva realizzato nel 1999, in collaborazione con il musicista Brian Eno, per la Roundhouse di Londra. Nella chiesa di San Domenico l’artista ha esposto una grande croce ricoperta di foglie d’oro, in stretto dialogo con uno straordinario capolavoro gotico sospeso sopra l’altare maggiore, il “Crocefisso” dipinto sul fondo oro di una croce lignea sagomata.
Con questa opera Paladino concentra il suo sguardo sulle radici primitive dell’arte toscana, prima di Piero. Sulla soglia di una delle porte della città, la “Porta Stufi”, è stata collocata una delle sue sculture monumentali in bronzo più note, “Elmo” (1998): un enorme elmo di foggia arcaica, che si presenta, con le sue feritoie per gli occhi, come una possente e misteriosa calotta, un imquietante carapace senza corpo interno, nel cui vuoto risuona l’eco di chissà quali e quante battaglie antiche. Nella piazza antistante la chiesa di San Francesco si erge una grande struttura a forma di obelisco, dipinta di blu cobalto e intitolata “De mathematica”, che ricorda per certi versi il “grande metafisico” di De Chirico. <<L’opera di Paladino>>, spiega il curatore, <<è come una macchina del tempo, nata nel presente e perfettamente contemporanea, in grado di presentare i fondamentali dell’arte, le domande sempre attuali a cui in ogni epoca gli artisti hanno cercato di rispondere>>.

M.P.F.

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