martedì 12 maggio 2020

Andè Derain. Sperimentatore controcorrente


Andrè  Derain

Sperimentatore controcorrente

In ragione dell’emergenza coronavirus e delle misure di contenimento del contagio varate dal Governo e dalle Autorità regionali, sia in Italia che in Svizzera, la mostra Andrè  Derain Sperimentore controcorrente  a Mondrivio (Museo d’arte) a cura di: Simone Soldini, Francesco Poli, Barbara Paltenghi Malacrida, è rinviata al prossimo autunno, in data da destinarsi.


Andrè  Derain è una delle grandi figure della rivoluzione artistica dell’inizio del XX secolo, sia pittorica sia scultorea, un’icona dell’arte del Novecento, amico di Picasso, Matisse, Braque, Giacometti.
Derain ha formato con Henri Matisse e Pablo Picasso la triade di artisti che ha completamente cambiato a livello mondiale l’arte del Novecento. Derain è stato a capo e ispiratore di molte delle maggiori correnti della pittura moderna e contemporanea. È stato l’erede dell’Impressionismo, l’iniziatore della pittura Fauve e uno dei padri del Cubismo, nonché il precursore del Ritorno al Classicismo.
Nei primi anni del Novecento, una manciata di artisti cambiò completamente il modo di vedere l’arte. Tra i massimi innovatori ci furono Derain e Matisse, che trascorsero vari anni a dipingere insieme i paesaggi del mare a Collioure, nel Sud della Francia. I due diedero vita tra il 1905 e il 1910 a un movimento per il quale si coniò il termine Fauve, cioè il gruppo dei “Selvaggi”, a causa dei vivacissimi colori che caratterizzavano le loro opere.
Anche Picasso nutrì grande ammirazione e stima per Derain, soprattutto all’inizio del secolo. A partire dal 1910, per diversi anni, Derain e Picasso collaborarono tra di loro e si studiarono reciprocamente. Si frequentarono molto e la loro amicizia durò fino agli anni Trenta. Fu Derain a introdurre Picasso nel mondo dell’arte africana e con Derain Picasso fece i primi passi verso il Cubismo. Entrambi furono amanti della mondanità, uomini di grande successo, celebrità delle arti del XX secolo. Ma se la fortuna di Picasso crebbe per tutto il secolo, quella di Derain ebbe un brusco, momentaneo declino dopo la seconda guerra mondiale, complice il mondo delle gallerie d’arte e del mercato.
Il Cubismo, grande tendenza di cambiamento all’inizio del’ 900, ebbe origine da George Braque, oltre che da Derain e Picasso. Braque e Derain strinsero amicizia verso il 1909 e per vari anni vissero l’uno vicino all’altro. Nel periodo in cui dipinsero insieme nel quartiere parigino della Ruche, Braque apprezzò molto il Primitivismo di Derain e quest’ultimo guardò molto al moderno classicismo di Braque, Dei suoi vecchi amici, Braque fu l’unico ad aiutare Derain in momenti di difficoltà, subito dopo la seconda Guerra Mondiale.
Chi amò particolarmente l’opera di Derain fu Alberto Giacometti. Al grande artista svizzero piaceva in particolar modo la capacità di Derain di cambiare stile rifacendosi alla tradizione dell’arte antica. Derain rimase sempre legato alla pittura figurativa – il ritratto, il paesaggio, le nature morte – e trovò ispirazione dall’arte greca e romana, su su fino ai grandi maestri dell’Ottocento. Giacometti dedicò un lungo articolo alla sua straordinaria capacità di raccogliere idee da tutta la storia dell’arte, trasformandola in qualcosa di personale. Alla morte del maestro. Fu Giacometti ad aiutare i famigliari a salvare decine di sculture di Derain.
Grazie alla collaborazione degli archivi André Derain e ai prestiti di alcuni prestigiosi musei francesi. Il Museo d’arte Mendravio aprirà verso ottobre una retrospettiva di ampio respiro sull’
opera di Derain: 70 dipinti, 30 opere su carta, 20 sculture, 25 progetti per costumi e scene teatrali, illustrazioni di libri e alcune ceramiche ripercorreranno la creatività vulcanica e l’attività poliedrica di questo massimo protagonista dell’arte moderna.
Alcune opere di Derain sono influenzate dal puntinismo di Paul Signac, altre dalla luminosità di Claude Monet, grazie al periodo trascorso a Londra nel 1906, mentre le opere influenzate da Paul Gauguin hanno colori più tenui. Amico del poeta Apollinair, nel 1909 illustra un volume del poeta e, tre anni più tardi, arricchisce con i suoi preziosi disegni una raccolta di Max Jacob. L’attività di illustratore prosegue per il primo libro di André Breton, nel 1916, per le favole di Jean de La Fontaine e per un’edizione del Satyricon di Petronio.
Nel 1911 si accosta alla scultura africana e ai primitivi francesi, dipingendo nature morte e scolpendo figure rigide e stilizzate.
Durante un soggiorno a Berlino partecipa ad una mostra nazista dell’artista Arno Breker, e di conseguenza viene additato come collaborazionista della propaganda nazista e abbandonato da molti artisti.
Muore nel 1954 investito da un automobile, a Garche.
Maeia Paola Forlani

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