lunedì 11 gennaio 2021

Il sogno di Sant'Orsola Vittore Carpaccio

 

Il Sogno di Sant’Orsola


 Vittore Carpaccio


Dorme e sogna. La stanza è luminosa, all’alba. La luce non entra soltanto dalla finestra, su cui poggiano i vasi di rose e di mirto; entra anche dalla porta, appena socchiusa per l’arrivo di un ospite inatteso: l’angelo, che deve sussurrare parole di conforto per scongiurare la non veduta minaccia. Ma la situazione resta insolita, perché Orsola dorme beata e non vede né sente l’angelo che noi invece vediamo. Stiamo spiando il suo sonno sereno e immacolato, e vediamo per lei. Carpaccio materializza l’angelo che Orsola, dormendo, non può vedere.


E siamo noi a vedere il suo sogno.


Forse lei ne sta facendo un altro, forse sogna cosa accadrà l’indomani, quando partirà insieme alle undicimila vergini che la seguono, predestinate, come lei, al martirio. Sarà un viaggio pieno di insidie, ma nulla può turbare Orsola che, nella sua stanza verginale, vive una condizione di beatitudine e di innocenza.


E nessuno può disturbarla, neanche l’angelo che entra in punta di piedi, da una porta che Orsola non avrebbe chiuso, non dovendo temere nessuna minaccia del mondo.


Con infinita pudicizia e discrezione, Carpaccio le indica la condizione verginale disponendola in una sola metà del letto, non toccato né scomposto nell’altra metà.

Orsola poggia il capo sul cuscino e lo puntella con la mano, come per sostenere i pensieri più duri e difficili.


Quanto dormirà, Orsola dal volto di bambina? Il sogno è la sua stessa beatitudine. Non potrà svegliarsi, non potrà vedere con i nostri occhi. Il viaggio inizia e finisce nella sua stanza, dove tanti pensieri e desideri hanno attraversato la sua fantasia di ragazza.


Ora Orsola è chiamata a una prova suprema: la sua gioventù interrotta bruscamente dalla prospettiva del martirio. Ma nulla cambia l’integrità e il candore dei pensieri, chiusi nel guscio del sonno. Nella stanza entravano solo i profumi dei fiori; l’angelo è il primo estraneo a violare il segreto di quella stanza senza profanarla, pronto a dissolversi come il sogno di cui recava l’annuncio. Orsola non l’ha visto come noi lo vediamo, quando si sveglierà potrà non crederci.


Forse qualche piuma caduta sul pavimento potrà insospettirla, farle avvertire il passaggio, la presenza di uno sconosciuto misterioso.

Orsola terrà il segreto dentro di sé; terrà il segreto a se stessa.


M.P.F.

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