lunedì 21 ottobre 2019

LA FIRENZE DI GIOVANNI E TELEMACO SIGNORINI



 La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini





La scoperta del carteggio inedito tra Telemaco Signorini, il padre Giovanni e il fratello minore Paolo, ha condotto Elisabetta Mateucci e Silvio Balloni a ideare questa raffinata esposizione che vanta due protagonisti, i Signorini da un lato e la loro Firenze dall’altro.
Il tratto di marcata “fiorentinità” che caratterizza la mostra, unito all’indubbio spessore storico-critico, è tra le ragioni che hanno spinto la famiglia Antinori a realizzare il progetto con l’istituto Mateucci.

La mostra quindi non poteva trovare sede più appropriata di Palazzo Antinori, edificio storico nel cuore di Firenze, casa di una Famiglia che ha contribuito a fare la Storia della città oltre che della viticultura di massimo pregio.

Per la prima volta, in occasione di “La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini”, il pubblico ha la possibilità di ammirare i Saloni storici del Piano Nobile di Palazzo Antinori, opportunità che da sola merita un viaggio a Firenze. Sono essi che accolgono le opere in mostra, capolavori notissimi ma anche tele che trovano qui la propria prima esposizione pubblica.

Alle suggestive immagini della “città gioiello” è dedicata la mostra La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini che vede, per la prima volta, affiancate le opere di quella che, nel clima culturalmente fecondo di menti brillanti come Giovanni Pietro Vieusseaux, Pietro Giordani e Nicolò Tommaseo, Diego Martelli e Carlo Lorenzini, si è imposta come una vera e propria dinastia pittorica.

A fornire lo spunto per accendere un focus su Giovani Signorini (1808-1864), soprannominato per le qualità di vedutista prediletto da Leopoldo II di Lorena “Il Canaletto fiorentino”, e sul figlio Telemaco, dando conto del ruolo determinante di Firenze nel definirsi delle rispettive personalità, è stato il fortunato recupero di un importante carteggio di Telemaco con l’illustre genitore e con il fratello Paolo.

Oltre a fare rivivere l’affascinante scenario entro cui si è dipanata la loro vicenda artistica, la mostra si prefigge sia di fare emergere le ascendenze del capostipite sul figlio pittore, sia di documentare l’evoluzione della pittura di paesaggio in Toscana, dalla raffigurazione tardo romantica, secondo i modelli di Claude Lorrain e Nicolas Poussin, alla moderna estetica figurativa del periodo di maggior combustione della macchia, in cui Telemaco è stato tra gli sperimentatori più audaci, promuovendone un’inedita interpretazione, anticipatrice dell’aggiornamento della cultura figurativa del XIX secolo.

La rassegna, curata da Elisabetta da Elisabetta Matteucci e Silvio Balloni, negli ampi saloni di Palazzo Antinori, si articola in otto sezioni che, attraverso una mirata selezione di oltre sessanta dipinti tra i più celebri dei due Signorini affiancati da attentissimi confronti, fanno rivivere una delle stagione più fertili della cultura, che tanto ha contribuito a conferire a Firenze quell’immagine ideale” di città europea.

Il visitatore si trova, così, al centro di un percorso a dir poco magico, evocato nella rappresentazione straordinaria di un’anima urbana, da tempo dimenticata dalle guide, specchio di un microcosmo pulsante di vita, spettacolare nella sua monumentalità e al tempo stesso raccolto nella calda dimensione domestica. È di questo mondo lontano e nostalgico ancora improntato ad la Toscana ha prodotto.

M.P..F


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